Un libro che con molti interessanti e in parte divertenti aneddoti che spiega chi è veramente Don Andrea Gallo. Un prete di strada, con idee molto distanti da quelle della sua chiesa, ma nonostante questo non ne è stato mai allontanato, forse perché il suo pensiero è comune anche a chi (i suoi superiori) non possono esplicitarlo.
Prete di strada, dice di aver preso la maggior parte dei suoi insegnamenti dai barboni, prostitute, tossici. Gli ultimi sono quelli di cui si circonda Don Gallo. Il marciapiede è la sua chiesa. Questo e anche la serie di libri su di lui aprono la mente su come dovrebbe essere la politica, la società, la comunità. Libri che dovrebbero essere letti dai nostri politici, nelle scuole, da tutta la società con l’obiettivo di aprire le menti e i cuori. I racconti del prete da marciapiede spiegano come dovrebbe essere interpretato il vangelo, lettura che come i suoi libri dovrebbero essere destinati tanto quanto ai credenti che ai non credenti. Interessante l’evidenza che Don Gallo da alla Costituzione e alla “parabola” di De Andrè, che nomina spesso come un vangelo da aggiungere a quelli ufficiali. Alle volte risulta un po’ rude. Terra terra come il suo linguaggio e le sue frequentazioni. Ma come il titolo del libro bisogna invertire le priorità, modificare la visione : “Così in terra, come in cielo” ci insegna che “I cristiani non hanno nulla da insegnare, siamo testimoni. Imparare da chi? Da tutti i poveri e gli oppressi del mondo. Perché leggere le storie del prete anarchico, discusso e amatissimo Don Gallo? Perché è facile farsi prendere dall’istinto di pancia del “prima a casa nostra”. Ma se leggessimo (e soprattutto capissimo) il messaggio del “Gallo”, i confini di casa non si fermerebbero sul nostro zerbino ma potrebbero allargarsi verso tutto il mondo.